Caponata

dal 2016 esiste la versione "vegetariana" della nostra splendida Gastronomic-race. Se da una parte i carnivori cercheranno di dimostrare di essere degni di vantare il titolo di RE MAIALE, dall'altra ci saranno sicuramente dei validi avversari che vorranno dimostrare come il nostro mitico suino vada rispettato anzichè mangiato... saranno i PALADINI DEL MAIALE.

Ad aiutarci nella realizzazione di questo progetto vi è la Proloco di Schignano e il La locanda degli Artisti che vi regaleranno una splendida pietanza degna di palati ricchi e fini: la CAPONATA.

Nonostante si tratti di una ricetta siciliana non potevamo mancare nella presentazione di questa bellicosa alternativa alle Salsicce di Trono.

Si tratta di un insieme di ortaggi fritti (per lo più melanzane), conditi con sugo di pomodoro, sedano, cipolla, olive e capperi, in salsa agrodolce. Ne esistono numerose varianti, a seconda degli ingredienti: le ricette "classiche" raccolte in tutta l'isola sono ben 37.

La caponata, diffusa in tutto il Mar Mediterraneo, è generalmente utilizzata oggi come contorno o antipasto, ma sin dal XVIII secolo costituiva un piatto unico, accompagnata dal pane. L'etimologia rimanda allo spagnolo "caponada", voce di significato affine. Va considerata una vera e propria etimologia popolare quella che fa risalire "caponata" a "capone", nome con il quale in alcune zone della Sicilia viene chiamata la lampuga, un pesce dalla carne pregiata ma piuttosto asciutta che veniva servito nelle tavole dell'aristocrazia condito con la salsa agrodolce tipica della caponata. Il popolo, non potendo permettersi il costoso pesce, lo sostituì con le economiche melanzane. Ed è questa la ricetta giunta fino a noi. Qualcuno sostiene che il nome del piatto derivi dalle "caupone", taverne dei marinai.